Come vivere in parrocchia il fenomeno delle migrazioni e come prepararsi all’arrivo di persone che fuggono dalla morte e che si mettono in cammino verso di noi per rincorrere una speranza di vita? Come rispondere all’appello all’accoglienza lanciato da Papa Francesco? Queste e altre sono le domande che hanno spinto la Caritas Diocesana di Adria-Rovigo, in collaborazione con le Parrocchie della Vicaria di Rovigo, ad organizzare un piccolo percorso dal titolo “Accoglienza-Tra invito di Papa Francesco e fatiche delle nostre comunità”, rivolto in particolare a chi in parrocchia è impegnato in attività di catechesi ed animazione o a chi fa servizio in attività caritative (Caritas, San Vincenzo, gruppo missionario etc.).
Il percorso è iniziato lo scorso giovedì 5 novembre sotto la guida di don Davide Schiavon, direttore della Caritas Diocesana di Treviso, attivamente impegnato nell’accoglienza di circa 200 migranti in strutture diffuse sul territorio trevigiano. Don Davide ha aperto il suo intervento con un interessante panoramica sulle ragioni socio-economiche che spingono i migranti a mettere a rischio la vita per lasciare il proprio paese; i drammatici racconti dei viaggi intrapresi dai profughi per fuggire da guerra e fame dovrebbero essere sufficienti per garantire loro il diritto all’accoglienza, umana prima che giuridica. Numeri alla mano, gli ingressi di migranti in Italia non sono comunque tanto impattanti quanto i media e la politica talvolta lasciano pensare. Nonostante ciò, afferma don Davide, è necessario rispettare le paure delle persone che non conoscono il fenomeno migratorio ed è quindi doveroso, in quanto comunità cristiane, farsi portavoce di informazioni precise e di un pensiero alternativo che parli di accoglienza e integrazione. Per le nostre comunità il migrante rappresenta un opportunità per guardare il nostro mondo con occhi nuovi, per mettere in discussione il nostro modo di essere fedeli.
L’appello di Papa Francesco non va letto solo in senso letterale; non a tutte le comunità è chiesto di aprire materialmente una casa o una stanza, ma tutti i cristiani devono aprire il cuore e la mente per creare occasioni di prossimità e accoglienza con i migranti. “E’ tempo di restituire”- afferma Don Davide- “perché come Occidente siamo i primi responsabili delle drammatiche condizioni socio-politiche dalle quali queste persone scappano. Quelli che stiamo vivendo sono tempi di grande speranza, dobbiamo avere il coraggio di camminare insieme perché la vicinanza ai migranti è un allenamento del cuore, fondamentale per ogni altra nostra relazione.”
I prossimi appuntamenti del percorso, di carattere laboratoriale, sono giovedì 19 novembre (serata rivolta ai gruppi caritativi) e giovedì 26 novembre (serata per gruppi di catechesi e animazione). Entrambi gli incontri avranno luogo alle ore 20,30 presso il Seminario Vescovile S.Pio X di Rovigo.