Mercoledì 11 marzo è stato emanato il nuovo Dpcm recante ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 valide sull’intero territorio nazionale.
I fatti delle ultime settimane e le ordinanze civili e religiose hanno posto tutti di fronte alla necessità di rimodulare le nostre abitudini e i nostri stili di vita. Si tratta di una sfida che ci interpella tutti e che ci chiede di fare appello a tutta la nostra responsabilità sia come cristiani che come cittadini. In queste settimane, essere solidali e rispettosi delle altre persone, ci chiede un’azione che può sembrare paradossale, ossia quella di fare, ove necessario, anche un passo indietro. Siamo spesso interpellati, come “mondo” Caritas e come Chiesa, ad essere in prima linea nelle emergenze. Oggi essere in prima linea significa porre ogni attenzione nei confronti di chi è più a rischio, sia esso il povero come il nostro collega operatore o volontario.
Fermo restando che la prima e fondamentale indicazione è quella di aderire il più possibile alla campagna nazionale #iorestoacasa poiché l’unica efficace azione di contrasto all’epidemia è ridurre all’essenziale ogni tipo di attività esterna e relazionale, vi comunichiamo di seguito le nostre indicazioni per quanto riguarda i servizi e le attività caritatevoli.
L’indicazione di massima è quella di proseguire in queste settimane solo i servizi segno essenziali di riposta a bisogni primari (cibo e abitare) o per singole situazioni improcrastinabili e/o emergenziali. Più nel dettaglio quindi:
- Centri di Ascolto: preferibilmente sospesi. In questo particolare momento è preferibile che rimoduliate la vostra possibilità di essere prossimi a quanti vivono in condizione di maggior fragilità e solitudine tramite contatto telefonico. Eventuali situazioni di reale emergenza potranno essere gestite con un appuntamento singolo, assicurandosi che la persona non presenti sintomi respiratori o stati febbrili, nel qual caso deve essere rimandata al proprio medico di base.
- Servizi di distribuzione alimenti/vestiario: vista la particolare situazione non ravvediamo la necessità di mantenerli aperti. Per le situazioni di particolare necessità è da noi fortemente consigliato scegliere la consegna domiciliare che è certamente più tutelante sia per i volontari che per gli utenti. Nel caso in cui sceglieste di procedere invece con la distribuzione effettuata direttamente presso le vostri centri, è fondamentale organizzarla in modo da rispettare le misure di sicurezza minime (evitare assembramenti di persone, evitare il contatto fisico e le strette di mano, mantenere la distanza di almeno un metro fra le persone, sanificare regolarmente le superfici). Sarà quindi non solo necessario organizzare i ritiri tramite appuntamento per evitare che si formino file all’esterno, ma sarà importante anche che venga individuato un solo volontario incaricato di farlo. L’indicazione di evitare gli assembramenti di persone non vale infatti solo per gli utenti ma anche per gli stessi volontari.
- Scuole di Italiano e doposcuola: sospesi
Ciò che in linea generale ci sentiamo di dire è che ogni tipo di attività caritatevole deve essere fatta solo qualora sia possibile rispettare tutte le indicazioni di sicurezza. Qualora ciò non fosse possibile, per ragioni di inadeguatezza dei locali o per indisponibilità di volontari sufficientemente preparati, è preferibile sospendere il servizio in attesa che questo momento di particolare rischiosità evolva.
Riferiamo inoltre quanto comunicato da Caritas Italiana rispetto alla possibilità per i volontari di muoversi nonostante le restrizioni imposte dal Dpcm. L’ufficio giuridico della CEI, sentito il capo di gabinetto del Governo, ha comunicato che i volontari possono recarsi presso i centri ove svolgono servizio, portando con sé l’autocertificazione (tale documento è valido esclusivamente per il servizio stesso e non per altri motivi). E’ raccomandabile verificare le coperture delle polizze assicurative in essere nei confronti dei volontari.
Vi preghiamo inoltre di esporre quanto più possibile le indicazioni sulle misure di prevenzione (le trovate in calce all’articolo, anche tradotte in più lingue) e di invitare tutti – operatori, volontari e utenti – a rispettarle rigidamente.
Come Caritas diocesana siamo a disposizione per ogni ulteriore necessità.
Oggi, più che mai, la nostra solidarietà si gioca a 360 gradi, non solo nei confronti di chi è più povero ed emarginato, ma anche nei riguardi di chi ci vive e ci sta a fianco. Mentre in questi ultimi anni il nostro impegno è andato nella direzione di promuovere sempre più il senso di comunità, oggi è strano notare come, proprio per il bene della comunità ci venga chiesto di ridurre al minimo le relazioni e gli scambi interpersonali. Vediamo in questo fatto non un segno di contraddizione, ma una opportunità di riscoprire il valore delle relazioni, del vicinato, dell’incontro con gli altri, della socialità, proprio a partire da quanto tutte queste cose ci mancano. Non sia per noi questo un tempo di sfiducia e di rassegnazione, ma di impegno nella preghiera e nella vicinanza spirituale, quando quella materiale ci è impedita, a chi è nella sofferenza.
Preghiamo assieme il Padre perché ci renda capaci e coscienti nel vivere questo tempo come una occasione di crescere nella fede e nel nostro senso di comunità. Quando torneremo a vederci, quando torneremo ad incontrarci, saremo più forti e più consapevoli; potremo ringraziarci per l’impegno profuso e raccontarci come, in un tempo così difficile, saremo riusciti a stare vicini ai più poveri ed emarginati, pur ponendo in essere ogni possibile precauzione per contenere il virus. E ringrazieremo il Padre per ciò che tutta questa vicenda ci sta insegnando e per come ci avrà cambiati e insegnato qualcosa di nuovo sulla carità e la solidarietà verso tutti.
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